Il “suono” di una scrittura (handwriting sonification)

E se fosse possibile ascoltare il suono di una scrittura, invece di vederla su un foglio? Come suona una grafia ben fluente, rispetto a quella di un soggetto disgrafico?

In questa ricerca [1] sono state raccolte per mezzo di un tablet grafie di soggetti con diversi gradi di abilità grafomotoria (grafie di bambini disgrafici, bambini non disgrafici e adulti non disgrafici).

I parametri registrati (velocità, fluidità e pressione) sono stati poi successivamente “trasformati” in suoni attraverso 2 differenti strategie di sonificazione [2].

I suoni sono stati sintetizzati a partire dai dati di movimento, quindi per capirci assomigliano più ad un rumore che ad una composizione musicale: ad esempio in una delle 2 modalità di sonificazione, semplificando, le irregolarità del tracciato producono dei piccolissimi crack, simili a quelli della puntina di un giradischi su un disco in vinile. Quello che importa però è la percezione che questi suoni provocano negli ascoltatori.

I ricercatori infatti hanno poi sottoposto questi suoni, di fatto la versione sonora del flusso grafico, ad altri soggetti, chiedendo che ne valutassero la fluidità. L’esperimento, condotto in diversi setting, ha fatto emergere una buona capacità di associazione dei “suoni delle scritture fluide” alle “scritture realmente fluide”.

L’esperimento è interessate su più fronti:

  • Traduce verso un altro organo di senso (l’udito) la valutazione della fluidità della scrittura. Il fatto che movimento fisico e suono descrivano la stessa cosa, può supportare le argomentazioni classiche sul fatto che il movimento scrittorio è espressione dell’intera persona. Il suono è cioè solamente un altro modo di cogliere l’espressione della medesima natura (cfr. Il principio di espressione di Klages).
  • L’ascolto dei suoni – che possono rappresentare diverse modalità di procedere nello spazio – fornisce suggestioni interessanti ai grafologi, che conoscono molto bene la categoria del ritmo, che ha una forte connotazione “musicale”.
  • In ambito diagnostico la valutazione sonora può diventare uno strumento aggiuntivo per il professionista che deve valutare la competenza grafomotoria di un soggetto.
  • In ambito rieducativo l’associazione dei suoni ai movimenti potrebbe permettere allo specialista di collegare la valutazione visuale della qualità di una scrittura alla postura che il soggetto esprime nel momento in cui la traccia. Ciò aiuterebbe la facilitazione di compiti motori a partire da un feedback in tempo reale, con scopo educativo/riabilitativo.

 

Letter Home – opera di Jennifer Cantwell (2011)

 

 

[1]  Danna, J., Paz-Villagrán, V., Gondre, C., Aramaki, M., Kronland-Martinet, R., Ystad, S., & Velay, J.-L. (2015). “Let Me Hear Your Handwriting!” Evaluating the Movement Fluency from Its Sonification.

[2] Un esempio di cui si è parlato qualche tempo fa a proposito di sonificazione, è quella del bosone di Higghs, che è stato trasformato in musica.

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