Il giudice per le indagini preliminari di Pesaro in data 5/11/2020 HA ARCHIVIATO il procedimento con cui AGI Associazione Grafologica Italiana nella persona del suo presidente Roberto Bartolini mi aveva DENUNCIATO per reato di diffamazione ex art. 595 c.p. mentre ricoprivo la carica di presidente dell’associazione Grafobiometristi. Il giudice conferma la richiesta di archiviazione che il Pubblico Ministero aveva già avanzato durante le indagini preliminari, giudicando la querela di AGI nei miei confronti “del tutto generica ed imprecisa”.
Nel 2019 AGI aveva pensato di rappresentare gli interessi dei grafologi associati, promuovendo un’azione legale nei miei confronti in quanto allora presidente dei Grafobiometristi. Dalla sua nascita, la mia associazione ha aperto un nuovo ambito forense, ha approfondito le normative sulla firma grafometrica, ha promosso la ricerca scientifica e ha partecipato ad eventi internazionali. Come presidente ho interpretato il mio ruolo promuovendo sempre una visione propositiva, basata sulla ricerca scientifica e su come le nuove tecnologie ci permettano di approfondire lo studio della scrittura.
Di fronte al nostro entusiasmo e ai tanti che si sono entusiasmati insieme a noi, non tutti hanno reagito allo stesso modo.
Penso che il confronto sui temi, pur tra visioni diverse, avrebbe fatto bene anche alla grafologia stessa.
Nel frattempo, Roberto Bartolini non è più presidente di AGI Associazione Grafologica Italiana, io non sono più presidente dei Grafobiometristi, e la grafologia invece mantiene i suoi decennali problemi epistemologici ancora da risolvere.
In questi 2 anni di indagini, tanto sono durate, alcuni mi hanno ripetuto che ricevere una querela così infondata è un’occasione da cogliere al volo…
Sbaglierò, ma per me il campo di gioco è ancora e sempre quello del dibattito scientifico, e non quello legale.
E’ tra l’altro molto ironico che io – insieme a tanti colleghi e amici associati AGI – abbia contribuito a pagare una causa contro me stesso. Sono infatti associato AGI dal 2015 e ogni anno verso la quota ordinaria, più qualche altra centinaia di euro per la mia formazione continua.
In quanto associato, spero di vedere a bilancio di AGI più voci di spesa correlate alla ricerca scientifica e alla formazione, piuttosto che a “consulenze legali” (voce che immagino comprenda anche vicende come quella che mi ha coinvolto).
Un ringraziamento alle colleghe e ai colleghi che sapevano e mi sono stati vicini.
Per il resto, se ce ne fosse stato bisogno, questa vicenda ha esposto come una cartina di tornasole valori e dinamiche di una parte della galassia grafologica italiana.
“Combattono girando, mai di fronte” (Girolamo Moretti)
Condivido il tuo auspicio che in futuro il campo da gioco della grafologia sia sempre più quello del dibattito scientifico, e sempre meno quello del contenzioso legale.
Sono contenta dell’epilogo di questa spiacevolissima vicenda.
Esprimo la mia vicinanza alla collega Milena Pugnaloni
con garbo porgo il mio calvario rispetto a due sentenze negative a seguito di due perizie calligrafiche chieste dal giudice, per riscontrare se le firme poste su alcune cambiali da me disconosciute, erano a mia firma . purtroppo come risaputo il giudice 99 volte su cento rispetto alla perizia di un CTU, pur contestate da un CTP recepisce la certificazione del CTU nonostante le controdeduzioni molto articolate del PTCP. confesso nella realtà che mai ho firmate dette cambiali, ma vengo condannato ingiustamente e non mi do pace per queste ingiustizie. ora sono al terzo processo analogo, mi spiego un’ attimo, queste cambiali in giro riguarderebbero la garanzia per compensi di contratti depositati in lega pro, già garantiti dalla lega, prestazioni regolarmente pagate, per le quali i professionisti pretendevano le cambiali a garanzia nella eventualità di mancato pagamento, che il sottoscritto non condivideva questa ulteriore garanzia in quanto i contratti depositati in lega già di per se erano garantiti dalla lega con fidejussione, per cui mi rifiutavo di rilasciare cambiali, anche in violazione del C. Sportivo. per anni mi tormentavo e mi dannavo l’anima rispetto a queste sentenze, fortemente critico rispetto ai grafologi, li ritengo ignoranti in materia rispetto al mio caso. al terzo processo, leggendo le perizie constato che, queste millantatrici indovine, di fatto non sanno distinguere la mia firma reale posta sui verbali, atti amministrativi, e sulla patente, confondendole con quelle false delle cambiali , solo perchè nel primo processo le firme sono state erroneamente dichiarate autentiche, quindi, anche i CTU dei processi successivi si sono comportati per “coerenza” da autentici pappagalli . orbene dopo alcuni anni, con furia di continue scabrose liti con i miei collaboratori della società sportiva dell’epoca , ho scoperto con sommo dispiacere che fu mio figlio a firmare le cambiali rispetto al mio rifiuto, ed a consegnarle ai presunti creditori, pur di avere le prestazioni professionali . quindi ho scoperto dopo anni al terzo processo in corso che, le firme poste, tra l’altro quasi simili, sono di di mio figlio ! dopo aver scoperto l’autore “condizionato”. oggi ho la certezza e la prova della incapacità di 2/3 “grafologhe” che prendono per buone le firme imitate, disconoscendo le mie firme vere apposte a loro cospetto ed anche firme su denuce, su documenti istituzionali, su patente e carta d’identità! domanda :ora come posso rimediare? , denuncio mio figlio e le stesse grafologhe che si buttano a indovinare??. sono grato per una risposta rispetto ad una casistica negativa di relazioni avventate! che si aggira intorno al 99%
Parlo da grafologa forense laureata e con anni di esperienza sul campo, continuo studio seguendo un aproccio scientifico nonché cauto nel formulare un quesito. purtroppo ha ragione le aule dei tribunali sono piene di grafologi provenienti da pseudoscuole che tirano a indovinare. Con l amara constatazione di errori macroscopici, oltre allo svilimento di questa disciplina di cui mi occupo con passione e dedizione.